PERCHE’ RIVOLUZIONARE IL MONDO DEL CAFFE’?
di Leonardo Maggiori
Qual è il caffè a cui tutti siamo abituati a casa, al bar o al ristorante? A volte ci soddisfa, spesso ci lascia letteralmente “l’amaro in bocca”. Lo beviamo troppo velocemente, in qualsiasi momento della giornata, per il suo contenuto di caffeina, per una pausa in ufficio, per incontrare una persona. Ma della bevanda caffè conosciamo troppo poco.
Ci limitiamo alla marca del prodotto, al nome della torrefazione, al logo o al testimonial. Sappiamo che può essere decaffeinato o macchiato, lungo, ristretto ma niente ci rimanda alla sua origine vegetale, al suo gusto, alla sua preparazione. Ormai sappiamo tutto del vino, del tè, persino dell’acqua. E il caffè?
È arrivato il momento di fare un passo avanti cominciando col porsi delle domande:“Cosa c’è dentro una tazzina di espresso? Esiste solo un tipo di caffè? Da dove proviene? Chi lo coltiva? Come si produce? Il caffè ha sempre lo stesso sapore? Quanti metodi esistono oltre la moka?”.
Dobbiamo ripartire dalle origini per essere finalmente consapevoli del suo valore. Dal chicco alla tazzina, il caffè percorre una lunga filiera fatta di 2.000 mani diverse ed è giunto il momento di raccontare la sua storia.
La vera svolta nell’evoluzione della Diba 70 arriva all’inizio del 2020 con l’acquisto di parte delle quote della piantagione Finca Rio Colorando in Honduras. Da quel momento, in sinergia con lo staff di Bfarm, inizia una nuova fase fatta di viaggi, studio, ricerca, innovazione, di attività informative e formative, di attenzione alle persone e all’ambiente.