Dagli anni della distribuzione automatica pioneristica degli anni ’70 l’azienda si è evoluta fino ad acquistare parte della piantagione Finca Rio Colorando in Honduras e inaugurando un nuovo modello di business incentrato sulla responsabilità sociale e ambientale.
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20 settembre 2023
SAN GIMIGNANO – Sono passati 50 anni da quel 14 settembre 1973 quando Stelio Maggiori, scomparso nel 2013, fondò la DI.B.A. (Distribuzione Bevande Automatiche). Da proprietario di un importante bar nel centro storico installò il primo distributore automatico di bevande calde all’ospedale di San Gimignano e successivamente in quello di Colle di Val d’Elsa. Sarebbe diventato poi un fornitore di spicco per fabbriche, calzaturifici, scuole e ditte in tutta l’area valdelsana.
Stelio era lungimirante e fu il primo gestore, in provincia di Siena e in Val d’Elsa, a credere nel porzionato, prima ancora della Illy, prima della Lavazza, prima di importanti gestori toscani. “Una persona speciale che interpretava il mondo in modo visionario, un uomo moderno e lungimirante, pronto ad accettare sfide e opportunità”, così lo descrivono il genero Claudio Guazzini e il figlio Leonardo Maggiori, attuali titolari dell’azienda.
Agli albori del su percorso investì nella Liofaemina (un brevetto del 1968) e nei primi anni ’70 fu tra i primi in Italia a credere all’espresso in cialda. Verso la metà degli anni ’80 adottò contemporanemante alla Liofaemina il modello Family della Saeco, personalizzando l’offerta e riuscendo a capire quale macchina fosse più appropriata a seconda del cliente.
Verso la fine degli anni ’80 anche Anche la DI.B.A. iniziò a utilizzare la Lavazza Espresso Point, leader del settore porzionato, che viaggiava su un binario commerciale diverso dalla Saeco Superautomatica. Nei primi anni Novanta, insieme al genero e nuovo socio Claudio decise di puntare sulla cialda Illy (brevetto originale del 1974), che da poco si stava affacciando sul mercato con il monodose.
Pur mantenendo nell’organigramma una forte impronta familiare quella della Diba 70 diventerà un’organizzazione flessibile, moderna e competitiva. Sul finire degli anni Novanta entrerà in società anche il figlio di Stelio, Leonardo Maggiori. L’azienda crescerà professionalmente con nuove assunzioni e acquisizioni di mercato, fino ai giorni nostri.
In questo cammino sono da ricordare il nuovo e moderno stabilimento aziendale inaugurato nel 2006 in via di Fugnano 5. Nel 2013 l’azienda ha festeggiato il 40° anno di attività con l’apertura del nuovo punto vendita Diba70 Shop. Negli ultimi anni la nuova società ha portato la propria esperienza maturata in anni di Vending nel settore HoReCa applicando il comodato d’uso gratuito a ristoranti, hotel e bar, personalizzando l’offerta e puntando su prodotti di altissima qualità che rispettano i valori della responsabilità sociale e ambientale.
La vera svolta nell’evoluzione della Diba 70 arriva all’inizio del 2020 con l’acquisto di parte delle quote della piantagione Finca Rio Colorando in Honduras. Da quel momento, in sinergia con lo staff di Bfarm, inizia una nuova fase fatta di viaggi, studio, ricerca, innovazione, di attività informative e formative, di attenzione alle persone e all’ambiente.
Diba 70 è attualmente parte di The farmers ‐ Coffee Revolution People è un “movimento” culturale del caffè che sta attuando un vero e proprio cambiamento per rimettere al centro la storia delle persone che lo lavorano in modo etico, buono e socialmente responsabile.
La filosofia di The farmers è figlia di un caffè frutto delle persone che lo coltivano, lo tostano, lo servono al bar, filosofia che avvicina ristoratori, baristi e consumatori al farmer che lo ha coltivato e tostato e trasforma i primi in nuovi ambasciatori. Un modo di raccontare che va ben oltre la tazza ma è piuttosto il risultato delle mani che hanno curato il caffè, dal seme alla tazzina. Un lavoro costante di ricerca e formazione alla ricerca del flavore perfetto, in ogni parte del globo, come risultato dell’incontro tra terra, cultura, uomini e lavoro.
L’obiettivo è raccontare la lunghissima filiera del caffè facendo conoscere le complessità di un frutto ancora sconosciuto per rendere i consumatori più consapevoli di un prodotto che consumano anche più volte al giorno. Lo slogan buono e giusto dal seme alla tazza racchiude in sé l’obiettivo di ottenere costantemente un prodotto d’eccellenza nel totale rispetto dell’ambiente e dei processi di lavoro, a ogni livello della filiera.